Lupus in fabula: laboratori e mostra bibliografica

Lupi che assalgono le greggi nei prati e i viandanti per le strade, lupi che terrorizzano la popolazione di Gubbio in uno dei Fioretti di san Francesco, addirittura lupi che scatenano la fine del mondo secondo le saghe scandinave sul Ragnarok... Quando si pensa ai lupi nel medioevo, le immagini che vengono generalmente alla mente sono poco rassicuranti. Eppure nelle fonti medievali i lupi sono descritti e rappresentati in molti modi diversi, talora anche positivi, come nell’episodio della Storia dei Longobardi di Paolo Diacono in cui un lupo guida il prigioniero Lopchis lungo la strada di ritorno verso casa. Nei lunghi secoli medievali i lupi furono associati a funzioni e significati diversi, in larga parte tratti dall’immaginario cristiano, che vedeva nei lupi il simbolo di tutti i pericoli che minacciavano il popolo dei fedeli, il gregge di Dio. Le fonti documentarie e narrative restituiscono però una realtà più variegata, in cui i lupi non erano visti come un’insidia per le persone, ma al più per gli allevamenti, e i loro spazi, le foreste, erano considerati spazi economicamente e socialmente utili, dove praticare la raccolta e la caccia.

La mostra presenta una panoramica sui lupi nel medioevo, muovendosi tra il piano delle pratiche e del rapporto quotidiano tra comunità umane e branchi di lupi (e più in generale tra esseri umani e natura), e quello delle rappresentazioni simboliche dei lupi e dei loro spazi.